Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne

25 novembre

Potrebbe risultare banale parlare della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, visto che oggi, giustamente, lo fanno un po’ tutti. Ma credetemi, di banale c’è ben poco.
La violenza di genere ha assunto negli anni una connotazione quasi ordinaria. Troppo spesso ci arriva la notizia dell’ennesima donna trovata carbonizzata nel bagagliaio di un’auto. Della ragazzina stuprata dai compagni mentre era ubriaca. Della mamma presa a botte in casa propria, di fronte ai figli, fra quelle stesse mura che per lei dovrebbero essere simbolo di protezione, di luogo sicuro.

Molte donne non si rendono conto di subire abusi, non hanno il coraggio di reagire, di denunciare, di prendere una posizione che sia contro.

Molte donne non sanno che il proprio corpo non è il solo a dover essere difeso, che una violenza può essere psicologica, che può consumarsi proprio laddove è meno visibile, che può arrivare al punto di farci credere che non si tratta di violenza, ma che siamo noi a provocare una situazione che richiama l’uso della forza.

Molte donne non sanno che il proprio corpo non è il solo a dover essere difeso, che una violenza può essere psicologica, che può consumarsi proprio laddove è meno visibile, che può arrivare al punto di farci credere che non si tratta di violenza, ma che siamo noi a provocare una situazione che richiama l’uso della forza.

Un po’ di tempo fa ho ricevuto una newsletter che parlava del corpo. Della presa di coscienza di essere un corpo, e non di avere un corpo.

Questo mi ha fatto fermare a riflettere su quante cose di noi dicano i nostri corpi, a quanto siano non solo specchio e rifesso della nostra interiorità, ma quanto essi stessi siano capaci di parlare da soli, di dire cosa e chi siamo.
Le nostre rughe strade del nostro tempo.
Le cicatrici tatuaggi indelebili della nostra memoria.
Le mani custodi delle carezze e degli incontri casuali.

Nel mio lavoro mi occupo anche e soprattutto di questo: di rendere sano ed equilibrato il rapporto che abbiamo con il nostro corpo. Ma troppo spesso mi è capitato di riconoscere dietro il rifiuto di sé il segno di un abuso, di una violenza. E troppo spesso potrebbe essere anche solo una volta, perché questo non dovrebbe accadere mai.

Una cara collega mi ha dato l’idea di portare per il 25 novembre il mio contributo attivando una lotteria contro la violenza sulle donne, un atto concreto che ha reso voi e me partecipi di questa giornata.

Attraverso la vendita di 90 biglietti, e 6 premi in palio (creme e trattamenti eseguiti in studio), abbiamo devoluto il ricavato all’Associazione A.R.PA., Associazione Raggiungimento Parità, che ha attivato nel 2013 uno sportello antiviolenza per le donne maltrattate, da cui è nato poi il Centro Antiviolenza D.U.N.A. (Donne Unite nell’Antiviolenza). Un progetto che sono stata fiera di sostenere e che spero diventi un impegno tutto l’anno, non solo il 25 novembre.

Published On: 7 Marzo 2023|489 words|2,4 min read|Views: 65|

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